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Filiera Nautica Italiana da Confindustria

2021-02-16 13:22

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NAUTICA Italiana,

Filiera Nautica Italiana da Confindustria

Situazione della Nautica Italiana

Da Confindustria Nautica


Per anni la filiera nautica ha registrato tassi di crescita di assoluto rilievo, unici nel panorama manifatturiero italiano, fino ad arrivare a conquistare la leadership mondiale nel segmento della costruzione di yacht. Attualmente la metà degli ordini di grandi imbarcazioni al mondo sono di cantieri italiani. Le pubblicazioni, nazionali e internazionali, che affrontano tematiche correlate al mondo della nautica si concentrano prevalentemente sulle caratteristiche, tecniche e progettuali, dei prodotti o sulla storia di un cantiere. Tendono quindi a non presentare un approfondimento specifico su temi di management. In un momento come quello attuale diventa importante comunicare non solo i prodotti ma anche e soprattutto i valori, la struttura e le caratteristiche delle aziende che rappresentano questo importante comparto. Da questa premessa ha preso avvio il progetto di ricerca, che trova la propria sintesi in questa pubblicazione, SDA BocconiUCINA, focalizzato sui protagonisti della nautica italiana, sui processi di management e sulle decisioni strategiche, con particolare riguardo ai segmenti più rappresentativi nei mercati internazionali. Questo libro rappresenta il compendio di un lavoro estensivo di ricerca realizzato nel periodo aprile 2008-maggio 2009, caratterizzato da grandi cambiamenti nell’economica mondiale e nel comparto nautico. INTRODUZIONE XVII Sono state condotte un centinaio d’interviste primariamente a imprenditori e top manager delle principali aziende della cantieristica italiana da diporto, con un focus particolare, ma non esclusivo, sul segmento degli yacht in cui l’Italia detiene la leadership mondiale. Si è inoltre data voce a tutta la filiera: dai produttori di componenti, motori e accessori, vernici, ai dealer, ai cantieri di rimessaggio, alle società di brokerage, chartering, leasing. Hanno, inoltre, partecipato al progetto anche le principali aziende internazionali della cantieristica e dei servizi, per un confronto comparativo rispetto alle strategie attuate. Dal punto di vista metodologico, si è data adeguata valorizzazione alla varietà dei profili presenti nel comparto attraverso interviste semi-strutturate, che sono state condotte, ove possibile di persona, sulla base di alcune linee guida, lasciando nel contempo spazio, di volta in volta, all’esperienza dell’intervistato/a. Il team di ricerca, nel periodo indicato, ha partecipato a convegni, forum, seminari sul settore, in Italia e all’estero, al fine di trarre spunti di riflessione, differenti e variegati. Sono state condotte, inoltre, una ricerca desk su tutte le fonti informative disponibili, in Italia e all’estero, su settore, cantieri e prodotti, nonché un’indagine economico-finanziaria di un gruppo selezionato di imprese e un’analisi degli articoli pubblicati dai principali quotidiani e dalla stampa specializzata negli ultimi dieci anni. La ricerca e la pubblicazione sono il frutto di un lavoro congiunto del team di ricerca e degli autori. In fase di stesura dell’opera, Massimiliano Bruni ha curato il capitolo 5, Luana Carcano tutti gli altri. La pubblicazione comprende inoltre contributi, su tematiche specifiche, della facoltà di Architettura dell’Università di Genova, di Borsa Italiana SpA, di Deloitte Consulting SpA e di Zuccon International Project. Il contesto competitivo in cui operano le aziende del comparto nautico è caratterizzato da profondi cambiamenti strutturali e da significative dinamiche evolutive. Quali sono le chiavi che hanno portato a questo successo? Quali i modelli di business dei cantieri italiani? Quali gli elementi di distintività rispetto ai concorrenti americani, olandesi, inglesi, tedeschi? Come si costruisce una solida reputazione nel settore, elemento primo per attuaXVIII LA NAUTICA ITALIANA re una strategia di crescita sostenibile? Quali le sfide future per mantenere questa leadership? Nella pubblicazione ci si propone di dare risposta a questi quesiti. Nel primo capitolo si affronta l’evoluzione storica della nautica italiana, dalle sue origini alla conquista di un’indiscussa leadership mondiale nel segmento degli yacht: guardare al passato per meglio comprendere il futuro. Nel secondo, si pone l’accento sui fattori alla base della competitività italiana, analizzando i principali concorrenti e le sfide che i competitor alle porte potranno porre. La barca è un prodotto complesso, un insieme di molteplici componenti che prevedono l’intervento di un numero elevato di soggetti. Costituisce il punto focale di una numerosa serie di attività che le ruotano attorno. Per questo, nei capitoli 3 e 4 si fornisce un inquadramento della nautica da diporto, un sistema variegato e complesso, parte dell’industria marina. Trovano adeguato approfondimento le caratteristiche degli attori coinvolti nel processo di creazione, costruzione e vendita di un’imbarcazione all’interno della complessiva filiera della nautica da diporto, e le attività che i cantieri svolgono per creare valore, economico e simbolico, per la propria clientela. Nel capitolo 5 sono analizzati i principali modelli di business delle aziende della nautica italiana e i fattori di competitività, con particolare riferimento al segmento degli yacht. Ma una barca può essere considerata a pieno titolo un bene simbolico, cioè un prodotto che ha un valore che va oltre la funzionalità propria dell’oggetto. Può, infatti, assumere significati, diversi e variegati, in funzione del contesto e delle culture. Nel capitolo 6, con un focus particolare sul segmento degli yacht, si pone l’accento sugli elementi di distintività e di eccellenza dei cantieri italiani. Come si crea valore in un contesto fortemente simbolico? Quali sono le leve a disposizione delle imprese? Qual è l’importanza del prodotto e della creatività? Nel capitolo 7 si affronta, invece, il tema dei percorsi di crescita e sviluppo dei cantieri italiani. La crescita è per tutti? Bisogna crescere sempre e comunque? Qual è il ruolo che la finanza può assumere? E quali sono gli elementi da considerare per rendere la crescita sostenibile? Infine, nell’ultimo capitolo, si affrontano le sfide che il comparto nautico si troverà ad affrontare nel prossimo futuro. Il focus prevalente è sui cambiamenti all’interno del settore più che sulla congiuntura attuale, che pure trova trattazione. Saprà la giovane industria nautica italiana, dinamica e piena di energia, guidata da entusiasti e appassionati capitani, passare attraverso la burrasca continuando a mantenere saldamente la posizione di leader? La pubblicazione si propone come strumento di riflessione strategica a supporto degli operatori di settore e come fonte informativa e di sensibilizzazione per gli appassionati del mondo nautico interessati ad approfondire la propria conoscenza con riferimento alla sua parte più manageriale.




BENZINA DURATA

QUANTO DURA LA BENZINA DELLA MIA BARCA

 

Fate attenzione a lasciare inutilizzata per molto tempo la vostra barca col serbatoio pieno di benzina, potresti causare gravi danni al motore.

 

La benzina, se correttamente conservata, ha una durata media 3 ai 6 mesi. Tuttavia, la conservazione di questo combustibile varia in base alla composizione chimica, al recipiente e se stai usando degli additivi.

 

Perché la benzina va a male?

 

Anche se la benzina è prodotta da combustibili fossili che sono stati sulla Terra per milioni di anni, “va a male” sorprendentemente rapidamente. La benzina è incredibilmente volatile, il che significa che evapora quando rimane ferma troppo a lungo. Quando il gas si separa ed evapora diventa molto meno combustibile. Di conseguenza, i motori che utilizzano della benzina vecchia sono significativamente meno efficienti, il che può causare loro molti problemi. La stragrande maggioranza della benzina venduta è benzina “miscelata con etanolo”. Vedi il simbolo E10 (o E5) il che significa che contiene il 10% (o 5%) di etanolo. Perché questo è importante? L’etanolo è una sostanza “idrofila” cioè “amante dell’acqua”. In sostanza, gli piace assorbire il vapore acqueo presente nell’aria intorno ad esso. Vapore acqueo che si forma naturalmente all’interno dei contenitori dovuto a condensa, soprattutto quando le temperature causano notevoli sbalzi termici. Se ciò accade, la benzina assorbe l’acqua, che fa separare il carburante in strati di etanolo e gas. Di conseguenza, la benzina diventa meno combustibile e “va a male”. Per la maggior parte, la benzina E10 miscelata con etanolo ha una durata di solo 3 mesi circa. Tuttavia, maggiore è il contenuto di etanolo, minore sarà il tempo di conservazione. Quindi, i biocarburanti tipo E20 (20% di etanolo) e E25 (25% di etanolo) possono andare a male dopo solo 1 mese di conservazione.

 

Conservazione nel serbatoio della barca

 

Il serbatoio è tra i posti peggiori in cui conservare la benzina. Il gas miscelato con etanolo inizierà a degradarsi all’interno entro appena 1 mese.

 

Tanica in plastica o metallo

 

Un contenitore di plastica sigillato a tenuta d’aria o una tanica in metallo è il posto migliore per conservare la benzina. Se conservato in un ambiente fresco, a bassa concentrazione di ossigeno e bassa umidità, il carburante con etanolo può durare fino a 3 mesi mentre quello puro può rimanere buono fino a 6 mesi.

 

Quanto dura la benzina con uno stabilizzatore?

 

Per fortuna, ci sono modi per aumentare la durata di conservazione della benzina, grazie all’impiego di uno stabilizzatore. Gli stabilizzanti, come ad esempio quello della MOTUL , rallentano il processo di ossidazione e separazione della benzina, conferendole una maggiore durata. Di solito, grazie all’impiego dello stabilizzatore, da utilizzare solo su benzina appena acquistata (non funziona se miscelata a benzina vecchia), è possibile conservarla per 1 anno e talvolta fino a 3 anni. Pertanto, aggiungi lo stabilizzatore appena hai riempito le taniche dal benzinaio e conservale in luogo fresco e asciutto a riparo da fonti di calore.

 

Ma cosa succede se uso benzina vecchia?

 

Sicura corrosione nel sistema di alimentazione a causa della separazione di acqua e carburante (rischio di grippare il motore);

 

Accumulo di residui e sporcizia nel sistema di alimentazione che può causare blocchi;

 

Bassa efficienza e scarse prestazioni del motore.

 

Minore durata della tua barca

 

Come capire se la benzina è vecchia?

 

La benzina vecchia è generalmente di colore scuro e ha un odore aspro. Se noti che il tuo carburante è colorato in modo strano o ha un odore diverso da quello che ti aspettavi, non devi metterlo nella tua barca o nel generatore, procureresti gravi danni al motore.

 

Conclusione

 

Se pensi di non usare la tua barca per un lungo periodo o peggio per ricovero invernale, svuota il serbatoio e tieni una tanica piena e ben chiusa con benzina miscelata allo stabilizzatore. Metterai la benzina solo all’uso del natante. Se la tua barca rimane al molo per lungo tempo e non ti è possibile svuotare il serbatoio, allora fai in modo che dentro sia rimasto poco carburante già miscelato allo stabilizzatore.  

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